Sul finire dell’800/primi ‘900, il matematico Sabine (Univ. di Harvard) pose i pilastri dell’acustica architettonica. A lui dobbiamo la codifica di molti parametri e formule di assorbimento/rifrazione e approfonditi studi in materia di acustica. Nel 1895 gli fu chiesto di risolvere un grave problema di inintelleggibilità della sala conferenze del “Fogg Art Museum”, dove era praticamente impossibile decifrare le parole dei conferenzieri. Impressionante fu il corredo tecnico di Sabine:
Dopo aver compiuto diverse misurazioni, determinò alcuni parametri della sala risultati errati, come il Tempo di riverbero e la qualità delle frequenze delle rifrazioni. Con alcuni interventi mirati e abbastanza semplici, senza toccare le strutture, risolse il problema. Oggigiorno con le sofisticate apparecchiature di misura e calcolo di cui disponiamo, appare quantomeno “simpatico” l’aneddoto, ma prima di lui ci si basava unicamente sulla replicazione di esperienze positive, prive però di basi scientifiche. E’ incredibile notare come al giorno d’oggi, con tutte le sofisticate apparecchiature computerizzate, ci si possa imbattere in luoghi di attività musicale o culturale dall’acustica completamente sbagliata. Cito una recente esperienza personale in un teatro, dove è stata aggiunta una serie di pannelli in plexiglass sul parapetto della galleria. Risultato: un echo con effetto ping-pong devastante per l’esecutore, fortemente percepito dal palco. La distanza dal palco al parapetto era evidentemente sfavorevole per una soluzione di quel tipo. Lascio immaginare la difficoltà di esecuzione e di concentrazione in una simile sciagurata situazione. Mente acuta e orecchio fino...